Sono andato da Atlanta, USA, a Torino, alla fine di luglio. Sono arrivato alle tre del pomeriggio dopo tredici ore di viaggio, sosta di due ore a Parigi compresa. A Torino avevo parecchio sonno, ho fatto un sonnellino di due ore e poi sono riuscito a uscire con gli amici, dopo cena, e ad andare a dormire tardi ma "normale" per un sabato sera estivo (verso le tre). Cosi' ho digerito, da subito il fuso orario. Per le due settimane successive non ho avuto problemi.
Al ritorno negli USA, circa dieci giorni fa, contavo di fare lo stesso: sono arrivato verso le quattro e mezza del pomeriggio, sono andato a dormire alle diciotto, ma quando la sveglia ha suonato alle otto di sera, l'ho ignorata e ho dormito fino a mezzanotte (equivalente alle sei di mattina italiane). Mi sono svegliato e sono rimasto sveglio fino alle quattro di mattina. Quindi, il piano era buono ma l'esecuzione fallimentare (non mi sono svegliato quando la sveglia ha suonato).
Stessa cosa andando ad est anziche' ad ovest: andando ad Hong Kong, con un volo di circa 17 ore, sono arrivato intorno alle sette di sera, ho posato le mie cose in albergo e sono uscito con dei colleghi (era un viaggio di lavoro). Sono andato a dormire verso l'una e mezza, e per due settimane non ho avuto problemi col fuso orario.
Ripeto quindi che, appena arrivi a destinazione, e' bene che tu ti inserisca nel "flusso locale": e' mezzogiorno? Mangia qualcosa. Sono le diciannove e trenta? Cena, anche leggera. E se vai a dormire fuori orario (nel pomeriggio), fai in modo che ci sia qualcuno a svegliarti, altrimenti non ti passa piu', il jet lag.